Un grande apprendimento trasformativo ed espansivo

Siamo felici di inviare il Numero Zero della Newsletter del LEPS P.I.P.P.I., della grande comunità di pratiche e di ricerca che sta lavorando per rendere esigibile il diritto, riconosciuto dal LEPS, di ogni famiglia ad essere accompagnata in un progetto di superamento delle condizioni di vulnerabilità. Vuole essere un nuovo strumento per migliorare la qualità del lavoro, delicato e dedicato, che ognuno di noi realizza, al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, negli Ambiti Territoriali Sociali, nelle Regioni, all’Università di Padova e nelle diverse Università che collaborano a questa azione. Un dare voce a operatori, operatrici, famiglie, bambini, bambine, ragazzi e ragazze, per continuare ad imparare, gli uni dagli altri, a formarci per tras-formare e non con-formare. Allora P.I.P.P.I. UP! con l’energia di questa comunità.

Partiamo dal racconto dell’incontro con i referenti territoriali riuniti da quasi 500 ambiti territoriali, a Napoli, all’Università Suor Orsola Benincasa, il 15 ottobre in un grande apprendimento “espansivo”.

Una giornata importante che consente, una volta l’anno, nel mese di ottobre, di incontrare in presenza i referenti territoriali da quasi 500 ambiti territoriali. La terza edizione dell’incontro tecnico nazionale sul LEPS P.I.P.P.I., grazie al supporto continuo e alla direzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha raccolto tante voci e un’unica passione per la prevenzione e la protezione di bambini e bambine in situazioni di vulnerabilità. Referenti tecnici territoriali, coach, ricercatori, operatori e operatrici del Programma P.I.P.P.I. si sono confrontati in due sessioni: una plenaria al mattino e una in gruppi tematici al pomeriggio per leggere il quotidiano dei nostri servizi, verificare a che punto sia l’esigibilità del diritto riconosciuto dal LEPS stesso e sviluppare una riflessione condivisa sulle nuove sfide che attendono il LEPS P.I.P.P.I.

Ci ha riuniti tutti l’intento e la finalità ultima del LEPS P.I.P.P.I.: “Rispondere al bisogno di ogni bambino di crescere in un ambiente stabile, sicuro, protettivo e “nutriente”, contrastando attivamente l’insorgere di situazioni che favoriscono le disuguaglianze sociali, la dispersione scolastica, le separazioni inappropriate dei bambini dalla famiglia di origine, tramite l’individuazione delle idonee azioni, di carattere preventivo, che hanno come finalità l’accompagnamento non del solo bambino, ma dell’intero nucleo familiare in situazione di vulnerabilità, in quanto consentono l’esercizio di una genitorialità positiva e responsabile e la costruzione di una risposta sociale ai bisogni evolutivi dei bambini nel loro insieme” (Piano nazionale interventi e servizi sociali 2021-2023).

Nel saluto di benvenuto, Enricomaria Corbi, Direttore del Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione dell’Università Suor Orsola Benincasa, ha sottolineando l’importanza della collaborazione con P.I.P.P.I. per rafforzare una prospettiva di ricerca puntata sui bisogni del territorio, in linea con la tradizione dell’Ateneo. 

Introducendo i lavori, Paola Milani dell’Università degli Studi di Padova ha ricordato come, grazie alla direzione, al sostegno gestionale, tecnico e finanziario e alla forte impronta impressa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel percorso di implementazione del PNRR, P.I.P.P.I., riconosciuto come LEPS, richiede oggi un impegno corale per rendere esigibile un diritto: il diritto delle famiglie che attraversano situazioni di vulnerabilità ad essere accompagnate da un progetto globale costruito dai servizi non “per” loro, ma “con” loro, in maniera intersettoriale, prevedendo la presenza di dimensioni educative, sociali e sociosanitarie nell’intervento. La sfida, ha ribadito Andrea Petrella dell’Università degli Studi di Padova, per la prima volta, non è disporre delle risorse, ma come spenderle in una maniera più efficace e sostenibile possibile. 

La necessità di un engagement che riesca veramente a coinvolgere tutti e in cui tutti facciano la loro parte per poter far girare gli ingranaggi di un sistema di welfare che è complesso e diversificato, nel nostro Paese è ritornata nella riflessione di Pierciro Galeone, direttore IFEL Fondazione ANCI. Un welfare segnato da diversità enormi, “fragile, frammentato e squilibrato” che chiede innovazione e scelte strategiche per andare nella direzione di equilibrare e integrare (servizi di ambito sociale e sanitario, pubblico e privato sociale) per far fronte a uno scenario di domande e bisogni che cambia in modo radicale in ragione anche delle curve demografiche.

Ecco l’importanza della formazione nell’accompagnamento per la realizzazione del LEPS P.I.P.P.I. in quanto si affianca e fa funzionare gli ingranaggi della ricerca e delle pratiche che si integrano attraverso le azioni di co- ricerca. La formazione iniziale dei referenti territoriali e delle equipe multidimensionali si completa nei vari percorsi di formazione continua, in particolare con i coach e i referenti territoriali, svolti in presenza, nei nove poli pluriregionali, proprio nella prospettiva di poter costruire, tramite dialogo e negoziazione, nuovi significati, nuove comprensioni, nuove idee, come ha mostrato Sara Serbati dell’Università degli Studi di Padova, con il corredo di un’approfondita analisi dei dati.

Un richiamo in tal senso è l’esperienza dei laboratori territoriali, come ha mostrato Diego Di Masi dell’Università degli Studi di Torino, dove si condividere quanto sviluppa la letteratura scientifica sul lavoro e il sostegno alle famiglie, ma anche si fa emergere un’altra dimensione di apprendimento, “conosciuta come apprendimento espansivo” di qualcosa che ancora non c’è, qualcosa che nei territori incontriamo quando affrontiamo problemi nuovi, emergenti.

Perché il tema non è applicare un programma, non è solo raggiungere e misurare i risultati con le famiglie, ma costruire una dinamica di innovazione continua in ogni ambito territoriale per costruire una infrastruttura di servizi viva, organizzata ed efficace perché il diritto all’accompagnamento multidimensionale sia realmente esigibile, superando le diseguaglianze e gli squilibri del welfare attuale. 

Nel pomeriggio, i lavori, diversificati in gruppi, hanno affrontato i vari aspetti di una metodologia e di una strumentazione economica, metodologica e tecnica che, non senza fatica, soprattutto attraverso le azioni formative di monitoraggio e di ricerca, cerca di mettere tutti gli ambiti territoriali in condizione almeno di pari opportunità. L’avviso che il Ministero delle Politiche sociali e del lavoro ha emanato l’8 agosto 2024 per costituire le equipe multidisciplinari, e l’ipotesi di lavoro di volere individuare le equipe multidisciplinari come un livello essenziale di prestazione sociale, mostrano che in concreto l’esigibilità del diritto riconosciuto nel LEPS P.I.P.P.I. possa essere sostenuta anche tramite organici di personale di cui dotare i servizi.

Un richiamo all’importanza di comunicare il LEPS P.I.P.P.I ha impegnato i partecipanti a condividere forme e modi di un racconto di esperienze e testimonianze che si offre come ponte tra comunità, bambini, bambine, famiglie, operatori e professionisti.

C’è “voglia di comunità”, hanno testimoniato Francesca Maci e Manuela Agnello raccontando i lavori del gruppo “per l’attivazione e capacitazione del tessuto comunitario”: perché per lavorare con le famiglie, che sono in condizioni di vulnerabilità, innanzitutto come operatori P.I.P.P.I., in particolare come referenti territoriali, occorre impegnarsi a fondo per avvicinarci la comunità, attivarla in modo che si creino spazi di accoglienza proprio per le famiglie che sono in condizioni di isolamento.

Così nel gruppo sull’“accompagnamento delle equipe multidisciplinari (EM)  e l’attuazione dei dispositivi” Lucia Della Ceca e Martina Ercolano hanno proposto una visualizzazione delle relazioni nella governance che si affianca al ruolo delle equipe multidisciplinari e dei dispositivi. Per arrivare al concetto di ruolo e di leader e a proporre una leadership diffusa, dialogica, generativa che si fonda non sull’autorità ma sull’autorevolezza.

Nel gruppo per la “governance nel coinvolgimento delle famiglie” guidato da Katia Bolelli e Alessandro Ranieri, è emerso il tema della politica, la necessità di alimentare un dialogo costante negli ambiti, con perseveranza professionale e determinazione.

Sempre nella prospettiva, come è stato ribadito nel gruppo sul “ruolo del RT nella governance per i Laboratori Territoriali” guidato da Diego Di Masi, che occorre unire, da una parte la riflessione su quello che già esiste, dall’altra la promozione di uno spazio nuovo in cui sia possibile cogliere un apprendimento di qualcosa che ancora non c’è e quindi promuovere innovazione.

Nella sessione parallela per i Referenti regionali, guidata da Renato Sampogna, dirigente Divisione IV Programmazione sociale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in un dialogo attento con i referenti regionali, sono stati approfondite nel concreto le problematiche negli attuali sviluppi operativi.

Nell’insieme, un incontro denso, sfaccettato e ricco come il mondo del LEPS P.I.P.P.I: l’energia delle testimonianze, la gioia dell’incontro, l’attenzione reciproca, il confronto scrupoloso su pratiche, esperienze, evidenze che emergono dai dati: per tutto questo, unito al lavoro di ogni giorno negli ambiti territoriali sociali, un grande grazie che è anche per quanti hanno partecipato, in presenza e a distanza, con ricchezza di analisi e proposte. 

Dai contributi di tutti è emersa nuova determinazione per continuare a rendere il LEPS P.I.P.P.I, previsto dal Piano Nazionale per i servizi e gli interventi sociali, un diritto realmente esigibile per le famiglie in situazione di vulnerabilità nell’intero territorio nazionale. 

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